Storicamente la fuga e il rifiuto delle regole, statiche e prestabilite, sono stati i “motori” dell’avanzamento e del progresso umano…

La creatività, come capacità cognitiva e creativa dell’essere umano, non sfugge a questa “regola” di natura, anzi nell’atto creativo, ovvero quell’attimo in cui si percepisce, si decostruisce, si rimescola e si “crea”  il prodotto del lavoro intellettuale, vi è più forza tanto quanto si riesce a sfuggire e a resistere agli ordini preimpostati e agli schemi sclerotizzati.
Per questo la creatività non si pone sul piano dell’ordine, come armonia che pone fine al caos, ma come disordine che trova il suo equilibrio nel caos, perpetuando quest’ultimo e se stessa.